{"id":162,"date":"2018-07-24T16:30:39","date_gmt":"2018-07-24T16:30:39","guid":{"rendered":"https:\/\/bepcapital.it\/work\/?p=162"},"modified":"2019-02-14T15:42:33","modified_gmt":"2019-02-14T15:42:33","slug":"migranti-sanasi-darpe-accoglienza-si-ma-adeguata","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/bepcapital.it\/migranti-sanasi-darpe-accoglienza-si-ma-adeguata\/","title":{"rendered":"Migranti, Sanasi D\u2019Arpe: \u00abAccoglienza s\u00ec, ma adeguata\u00bb"},"content":{"rendered":"

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Sono oltre 100 mila i migranti sbarcati in Italia da gennaio 2017 ed \u00e8 la mancanza di cibo\u00a0la causa principale che spinge un popolo ad abbandonare la propria terra. \u00c8 quanto\u00a0emerso dal rapporto del World Food Programme At the root of Exodus: food security,\u00a0conict and international migration che sottolinea come ogni punto percentuale di\u00a0aumento di insicurezza alimentare costringa l\u20191,9% della popolazione a migrare, a cui si\u00a0aggiunge un ulteriore 0,4% per ogni anno di guerra.<\/p>\n

\u00abSERVE UNA STRATEGIA DI MEDIO-LUNGO TERMINE\u00bb. \u00abStiamo parlando di un\u2019emergenza che non ha soluzioni immediate ma bisogna lavorare a una strategia di medio-lungo termine anche attraverso accordi con i Paesi di partenza per limitare il usso migratorio\u00bb, spiega a L43 Vincenzo Sanasi d\u2019Arpe, presidente del World Food Programme Italia. \u00abL\u2019intervento della comunit\u00e0 internazionale pu\u00f2 essere molto effciente agendo sul posto, agevolando l\u2019apertura di hotspot e di centri per l\u2019identificazione gi\u00e0 nei Paesi di origine, nel rispetto dei diritti umani\u00bb.<\/p>\n

Migranti, Sanasi D’Arpe: \u00abAccoglienza s\u00ec, ma adeguata\u00bb.<\/p>\n

Per il presidente del World Food Programme Italia la parola chiave \u00e8
\u00abaccoglienza\u00bb. A patto che ci siano \u00able condizioni per evitare un sovraccarico delle infrastrutture pubbliche e dei servizi\u00bb. Senza dimenticare l’impegno dell’Ue.<\/p>\n

DOMANDA. Di cosa si occupa precisamente il Wfp?
RISPOSTA. Lo scopo dei programmi del Wfp \u00e8 dare sostegno alimentare a tutti i Paesi colpiti da calamit\u00e0 naturali, situazioni di conflitto e carestie. Intendiamo creare un circuito virtuoso volto a sensibilizzare sempre di pi\u00f9 le istituzioni, i privati, le aziende e il settore pubblico, perch\u00e9 \u00e8 anche attraverso il loro contributo che le operazioni del Wfp sono possibili. Per questo il Wfp si batte per \u2018Sfida Fame Zero\u2019, lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, con il fine di coinvolgere le istituzioni e la comunit\u00e0 internazionale nel suo insieme per scongiggere la fame nel mondo, attraverso l\u2019impegno collettivo. \u00c8 quindi opportuno che l\u2019accesso al cibo e la nutrizione siano al centro dell\u2019agenda di sviluppo della comunit\u00e0 internazionale, proprio per contrastare l\u2019incremento dei flussi migratori.
D. Quali sono le stime attuali riguardo a questi flussi?
R. Il fenomeno delle migrazioni internazionali in questi ultimi anni ha raggiunto numeri senza precedenti: le stime delle Nazioni Unite confermano che nel 2015 i migranti sono stati 244 milioni e che il numero di rifugiati, sfollati e richiedenti asilo ha toccato il record di 65,3 milioni.
D. In termini numerici che risultati avete ottenuto con i vostri programmi?
R. Solo nel 2016, il Wfp ha fornito assistenza alimentare a 80 milioni di persone in 82 Paesi del mondo ma ha anche lavorato per istituire programmi di sviluppo, garantendo assistenza e formazione, in termini di lavoro e scolarizzazione, alle popolazioni maggiormente in difficolt\u00e0.
D. Dove siete maggiormente presenti?
R. Da fine settembre a Sabrata in Libia occidentale, oltre 15 mila persone si sono spostate nelle zone limitrofe a causa degli scontri tra gruppi armati. E il Wfp in questo periodo di maggiore conflitto ha iniziato a fornire assistenza alimentare alle 300 famiglie sfollate, garantendo cibonecessario per la sopravvivenza. Allo stesso modo siamo presenti in Siria, in Yemen e in tutte quelle realt\u00e0 in cui vengono a mancare gli aiuti umanitari.
D. Quali difficolt\u00e0 incontrano i migranti che arrivano in un nuovo Paese?
R. Da uno studio presentato nel rapporto Wfp, \u00e8 emerso che la mancanza di assistenza alle
popolazioni locali alimenta ostilit\u00e0 nei confronti dei rifugiati, con un evidente peggioramento delle disfunzioni nei servizi di sostegno. Questo studio ha evidenziato la necessit\u00e0 di interventi da parte dei governi ospitanti anche a beneficio delle comunit\u00e0 locali del Medio Oriente e dell\u2019Africa, dove si sono trasferiti migliaia di profughi.
D. Quindi l\u2019immigrazione pu\u00f2 essere vista anche come un\u2019opportunit\u00e0?
R. S\u00ec, la parola chiave \u00e8 accoglienza ma ci devono essere anche le condizioni per evitare un
sovraccarico delle infrastrutture pubbliche e dei servizi.
D. Cosa pu\u00f2 fare la comunit\u00e0 internazionale per gestire il fenomeno migratorio?
R. Stiamo parlando di un\u2019emergenza che non ha soluzioni immediate ma bisogna lavorare a una strategia di medio-lungo termine anche attraverso accordi con i Paesi di partenza per limitare il flusso migratorio. L\u2019intervento della comunit\u00e0 internazionale pu\u00f2 essere molto efficiente agendo sul posto, agevolando l\u2019apertura di hotspot e di centri per l\u2019identificazione gi\u00e0 nei Paesi di origine, nel rispetto dei loro diritti umani.
D. E invece per l\u2019Italia quali possono essere le soluzioni?
R. Per l\u2019Italia \u00e8 necessario raggiungere un\u2019intesa a livello comunitario, affinch\u00e9 anche gli altri Stati dell\u2019Unione siano partecipi nella ridistribuzione dei migranti cos\u00ec da favorire una adeguata accoglienza in strutture idonee e non sovraffollate.<\/p>\n

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Sono oltre 100 mila i migranti sbarcati in Italia da gennaio 2017 ed \u00e8 la mancanza di cibo
la causa principale che spinge un popolo ad abbandonare la propria terra. \u00c8 quanto
emerso dal rapporto del World Food Programme At the root of Exodus: food security,
conict and international migration che sottolinea come ogni punto percentuale di
aumento di insicurezza alimentare costringa l\u20191,9% della popolazione a migrare, a cui si
aggiunge un ulteriore 0,4% per ogni anno di guerra.
\u00abSERVE UNA STRATEGIA DI MEDIO-LUNGO TERMINE\u00bb. \u00abStiamo parlando di un\u2019emergenza che non ha soluzioni immediate ma bisogna lavorare a una strategia di medio-lungo termine anche attraverso accordi con i Paesi di partenza per limitare il usso migratorio\u00bb, spiega a L43 Vincenzo Sanasi d\u2019Arpe, presidente del World Food Programme Italia. \u00abL\u2019intervento della comunit\u00e0 internazionale pu\u00f2 essere molto effciente agendo sul posto, agevolando l\u2019apertura di hotspot e di centri per l\u2019identificazione gi\u00e0 nei Paesi di origine, nel rispetto dei diritti umani\u00bb.<\/p>

Migranti, Sanasi D'Arpe: \u00abAccoglienza s\u00ec, ma adeguata\u00bb
Per il presidente del World Food Programme Italia la parola chiave \u00e8
\u00abaccoglienza\u00bb. A patto che ci siano \u00able condizioni per evitare un sovraccarico delle infrastrutture pubbliche e dei servizi\u00bb. Senza dimenticare l'impegno dell'Ue.<\/p>

DOMANDA. Di cosa si occupa precisamente il Wfp?
RISPOSTA. Lo scopo dei programmi del Wfp \u00e8 dare sostegno alimentare a tutti i Paesi colpiti da calamit\u00e0 naturali, situazioni di conflitto e carestie. Intendiamo creare un circuito virtuoso volto a sensibilizzare sempre di pi\u00f9 le istituzioni, i privati, le aziende e il settore pubblico, perch\u00e9 \u00e8 anche attraverso il loro contributo che le operazioni del Wfp sono possibili. Per questo il Wfp si batte per \u2018Sfida Fame Zero\u2019, lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, con il fine di coinvolgere le istituzioni e la comunit\u00e0 internazionale nel suo insieme per scongiggere la fame nel mondo, attraverso l\u2019impegno collettivo. \u00c8 quindi opportuno che l\u2019accesso al cibo e la nutrizione siano al centro dell\u2019agenda di sviluppo della comunit\u00e0 internazionale, proprio per contrastare l\u2019incremento dei flussi migratori.
D. Quali sono le stime attuali riguardo a questi flussi?
R. Il fenomeno delle migrazioni internazionali in questi ultimi anni ha raggiunto numeri senza precedenti: le stime delle Nazioni Unite confermano che nel 2015 i migranti sono stati 244 milioni e che il numero di rifugiati, sfollati e richiedenti asilo ha toccato il record di 65,3 milioni.
D. In termini numerici che risultati avete ottenuto con i vostri programmi?
R. Solo nel 2016, il Wfp ha fornito assistenza alimentare a 80 milioni di persone in 82 Paesi del mondo ma ha anche lavorato per istituire programmi di sviluppo, garantendo assistenza e formazione, in termini di lavoro e scolarizzazione, alle popolazioni maggiormente in difficolt\u00e0.
D. Dove siete maggiormente presenti?
R. Da fine settembre a Sabrata in Libia occidentale, oltre 15 mila persone si sono spostate nelle zone limitrofe a causa degli scontri tra gruppi armati. E il Wfp in questo periodo di maggiore conflitto ha iniziato a fornire assistenza alimentare alle 300 famiglie sfollate, garantendo cibonecessario per la sopravvivenza. Allo stesso modo siamo presenti in Siria, in Yemen e in tutte quelle realt\u00e0 in cui vengono a mancare gli aiuti umanitari.
D. Quali difficolt\u00e0 incontrano i migranti che arrivano in un nuovo Paese?
R. Da uno studio presentato nel rapporto Wfp, \u00e8 emerso che la mancanza di assistenza alle
popolazioni locali alimenta ostilit\u00e0 nei confronti dei rifugiati, con un evidente peggioramento delle disfunzioni nei servizi di sostegno. Questo studio ha evidenziato la necessit\u00e0 di interventi da parte dei governi ospitanti anche a beneficio delle comunit\u00e0 locali del Medio Oriente e dell\u2019Africa, dove si sono trasferiti migliaia di profughi.
D. Quindi l\u2019immigrazione pu\u00f2 essere vista anche come un\u2019opportunit\u00e0?
R. S\u00ec, la parola chiave \u00e8 accoglienza ma ci devono essere anche le condizioni per evitare un
sovraccarico delle infrastrutture pubbliche e dei servizi.
D. Cosa pu\u00f2 fare la comunit\u00e0 internazionale per gestire il fenomeno migratorio?
R. Stiamo parlando di un\u2019emergenza che non ha soluzioni immediate ma bisogna lavorare a una strategia di medio-lungo termine anche attraverso accordi con i Paesi di partenza per limitare il flusso migratorio. L\u2019intervento della comunit\u00e0 internazionale pu\u00f2 essere molto efficiente agendo sul posto, agevolando l\u2019apertura di hotspot e di centri per l\u2019identificazione gi\u00e0 nei Paesi di origine, nel rispetto dei loro diritti umani.
D. E invece per l\u2019Italia quali possono essere le soluzioni?
R. Per l\u2019Italia \u00e8 necessario raggiungere un\u2019intesa a livello comunitario, affinch\u00e9 anche gli altri Stati dell\u2019Unione siano partecipi nella ridistribuzione dei migranti cos\u00ec da favorire una adeguata accoglienza in strutture idonee e non sovraffollate.<\/p>"},"categories":[16],"tags":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/162"}],"collection":[{"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=162"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/162\/revisions"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=162"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=162"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/bepcapital.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=162"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}