Rapporto WFP, emergenza alimentare incide sul fenomeno delle migrazioni

Alla Farnesina si è tenuta la presentazione del rapporto del World Food Programme “At the Root of Exodus: food security, conflict and international migration”, che ha evidenziato come l’insicurezza alimentare è in grado di influenzare il fenomeno delle migrazioni internazionali. La conferenza si è aperta con i saluti di Angelino alfano, Ministro degli Affari Esteri e di David Beasley, Direttore esecutivo del WFP.

Nel rapporto si evince il bisogno di interventi coordinati anche a beneficio delle comunità ospitanti del Medio Oriente e dell’Africa dove vivono centinaia di migliaia di profughi. Infatti, diverse comunità dei Paesi a basso e medio reddito hanno accolto per lunghi periodi un numero molto alto di rifugiati in proporzione alla popolazione residente, con un aggravio pesante per le infrastrutture pubbliche e i servizi”.

Emergenza alimentare incide sul fenomeno delle migrazioni Rapporto WFP, emergenza alimentare incide sul fenomeno delle migrazioni La sicurezza alimentare e la nutrizione devono essere al centro dell’agenda di sviluppo della comunità internazionale.

“Il tema dell’accesso al cibo deve diventare centrale per la comunità internazionale” sottolinea Vincenzo Sanasi d’Arpe, Presidente WFP, intervenuto alla presentazione del rapporto alla Farnesina. Garantire il diritto al cibo nel Sud del mondo vuol dire innescare “un circuito virtuoso” volto ad avere ricadute positive anche per i Paesi ricchi. “L’assunto e’ che gli interventi di emergenza e poi di sviluppo in Africa o in Medio Oriente siano in ealta’ opportunita’ al servizio degli stessi Paesi donatori.”

Tra i progetti citati da Sanasi d’Arpe anche quelli della sua organizzazione. “Garantiamo aiuti alimentari ma anche in termini di formazione per il lavoro in loco” continua Sanasi d’Arpe. “In questo modo si innesca un circuito di sicurezza ed economico-sociale virtuoso, che vale per i Paesi del Sud del mondo in stato di guerra o colpiti da calamita’ naturali ma anche per i Paesi piu’ industrializzati.” Nel rapporto si evince come diverse comunità dei Paesi a basso e medio eddito hanno accolto per lunghi periodi un numero molto alto di rifugiati in proporzione alla popolazione residente, con un aggravio pesante per le infrastrutture pubbliche e i ervizi. In queste circostanze la mancanza di assistenza alle popolazioni locali alimenta stilità e conflitti con i rifugiati, conflitti destinati a intensificarsi con il peggioramento delle disfunzioni nei servizi di sostegno. Lo studio del Wfp si è basato su interviste a migranti originari di dieci Paesi, giunti in Grecia, Italia, Giordania, Turchia e Libano.